Un trekking di sei giorni sul confine Italo-Svizzero, previsto come preparazione ed acclimatamento alla salita del Monte Bianco, che, invece, per ragioni meteo, lo segue di qualche giorno.
Qua sotto una mappa sensibile ed altre informazioni tecniche :
Clicca sui bottoni della mappa per aprire areee più dettagliate, oppure fai
clic sulle varie opzioni qua sotto.
Mappe 3d :
- 1°giorno
- 2°giorno
- 3°giorno
- 4°giorno
- 5°giorno
- 6°giorno
Avevamo prenotato (e consiglio di fare lo stesso): 1 notte presso l'hotel Mosji nel piccolo borgo di Gspon (carente di strutture ricettive), 1 notte c/o Almageller Alp in rifugio, 1 notte al Bivacco del Cingino, 1 notte al Rifugio Andolla ambedue del CAI di Villadossola ed una al Rifugio Gattascosa.
17 Agosto 2012 - Venerdì :
In auto lasciamo Villadossola (VB) alle 07,30, una breve sosta per cambiare un poco di euro in franchi svizzeri presso la frontiera, ed alle 09,00 siamo al Passo del Sempione (quota 2.000 m.)
Visualizzazione ingrandita della mappa
Parcheggiata l'auto al Simplon Pass, iniziamo il trekking scendendo un centinaio di metri verso sud ovest sino alle prime case di Blatte , da qui si inizia a salire per pascoli erbosi al suono dei campanacci
, mentre a pochi metri una serpe (?) si scalda al sole, poco dopo pieghiamo verso nord ovest sino al Bistinepass (2417 m.) contrassegnato da una montagnola di sassi e da dove si ha una visione del Bietschhorn che, con la sua inconfondibile sagoma piramidale, ci indicherà il nord anche nei prossimi giorni. Dal passo, con un po' di saliscendi, proseguiamo in direzione sud godendo del panorama sugli alpeggi, mentre di fronte a noi abbiamo il ghiacciaio del Sengchuppa, che con i suoi 3400 metri ci copre il Fletschorn direttamente dietro.
Ben presto giungiamo ad un bivio a quota 2483 m. che indica sulla sinistra la sella per il Sirwoltesee, ma noi scendiamo a destra sino a raggiungere ed attraversare il torrente Gamsa con l'aiuto di un ponticello e dove ci fermiamo per la pausa pranzo ai piedi del Sengchuppa.
Riprendiamo il cammino invertendo la direzione di marcia (nord) con un sentiero in alcuni tratti un poco esposto e fiancheggiato da canalizzazioni che da secoli permettono l'irrigazione degli alpeggi; sotto di noi sulla destra scorrono le bianche e fredde acque del Gamsa, di fronte una corona di vette tra cui ogni tanto fa capolino il Bietschhorn. Lungo il cammino incontriamo una baita/rifugio e quindi un laghetto che precede il Gibidum Pass, una breve sosta per ammirare con calma il panorama e per mangiucchiare ancora qualcosa prima di proseguire verso sud entrando in una bella zona boschiva caratterizzata da bei larici, in cielo qualche poiana e 2 magnifiche aquile. Il sentiero, che incontra alcuni incroci è ben indicato e con qualche saliscendi arriviamo a Gspon alle 17,45 dove ci sistemiamo per la cena e per la notte presso il ristorante Mosji.
18 Agosto - Sabato :
Dopo una notte di riposo ed un’ottima colazione, lasciamo Gspon alle 08,00 seguendo le indicazioni per Saas Grund su una larga strada bianca che si innalza gradualmente e che lasciamo poco dopo per raggiungere, su sentiero, l’alpeggio di Oberfinilu, facendo attenzione in alcuni tratti a possibili cadute di sassi dall’alto. Facciamo una breve sosta nella baita a Schwarse Warde per un caffè dove vive un simpatico signore che intagliando il legno crea delle statue suggestive, alcune a sua somiglianza ed ammiriamo il panorama del ghiacciaio dell’Allalin.
Riprendiamo il cammino e raggiungiamo il bivio di Linde Bode dove trascuriamo le indicazioni sulla destra per Saas Grund e proseguiamo invece verso Hoferalpi che raggiungiamo in circa 20 minuti (si tratta di un malga dove vendono yogurt, latte e formaggio appena fatto !) quindi il sentiero sale sulla morena del ghiacciaio del Jeginhorn e del
Fletschorn verso Kreuzboden, siamo sui 2400/2500 metri di quota il cielo è blu ed i grandi massi sono colorati dal giallo e dal verde dei licheni, il cammino non è molto agevole ma l’ambiente è grandioso.
Raggiungiamo Kreuzboden verso le 14,30 e finalmente ci fermiamo per una sosta pranzo, ma soprattutto per mettere i piedi in guazzo nelle acque gelide di un torrentello che scende dal ghiacciaio del Fletschorn.
Riempiamo le borracce e quindi, lasciandoci gli impianti da sci sulla destra, riprendiamo la salita sempre su sfasciumi in direzione sud; l’Allalin davanti a noi è sempre più vicino ! dopo una mezz’ora incontriamo un sentiero (bivio 2) a zigzag che scende a Saas Grund, ma che tralasciamo, intanto sulle nostre teste i paravalanghe sembrano spartiti musicali, adesso il sentiero piega verso est e scende nell’Almagellertal (valle dell’Almageller) dove alle 17,30 arriviamo stanchi al rifugio Almagelleralp a quota 2.200 metri.
Il rifugio è posto in una conca ai piedi della Weissmiess ed offre un bel panorama, per cui ci riposiamo in compagnia di una birra e delle montagne attorno, concludiamo la giornata con un’ottima cena e a letto prima ancora che sia calato il sole.
19 Agosto 2012 – Domenica :
Lasciamo il rifugio alle 08,00 mentre un branco di camosci scende al torrente a bere, non si preoccupano molto di noi forse abituati dalla presenza umana, e dopo qualche foto scendiamo verso Saas-Almagell (si tratta di un piccolo paese, reso famoso dal campione di sci Pirmin Zurbriggen, con un supermercato ma nel caso occorrano generi farmaceutici meglio scendere a Saas Grund) in un’oretta circa. Dal centro del paese, sulla strada principale, facciamo circa 200 metri per raggiungere gli impianti di risalita dove sul retro inizia il sentiero che sale a Furggstalden e da qui proseguiamo sino all’alpeggio di Furgu, qui facciamo rifornimento d’acqua e proseguiamo verso sud-est tenendoci sulla sinistra (del senso di marcia) del torrente Furggbach. Il facile percorso è quasi in piano sulla quota di 2100/2200 metri, parallelo al torrente, dopo circa un km dall’alpeggio incontriamo una area dove sono stati innalzati una serie di “omini” molto artistici, nel gergo della montagna, per “omini” si intendono delle montagnole di sassi che servono ad indicare il cammino, questi però sono stati realizzati in modo quasi incredibile, infatti mi avvicino ad uno di essi per vedere se le pietre che lo compongono siano state incollate l’un l’altra, ma no si tratta dell’alta maestria del costruttore che badando bene a giochi di equilibri, e piccoli incastri tra un sasso e l’altro è riuscito a fare delle inusuali sculture.
A circa 2600 metri di quota il sentiero si scosta dal torrente, siamo in una ampia conca e la pendenza aumenta, dobbiamo prestare maggior attenzione alla traccia perché si perde un poco sulla morena del ghiacciaio, in alto scorgiamo le sagome di alcuni trekkers che scendono dal Mattmark, noi adesso procediamo lentamente gli ultimi 200 metri di dislivello che ci conducono al Passo di Antrona (2836 m.) che ci fa rientrare in Italia e dove il panorama è veramente bello. Diversamente da quanto indicato nella nostra guida, non abbiamo avuto problemi nel seguire la traccia sino al Passo di Antrona, (molto probabilmente perchè non ci sono residui di neve) ne’, tantomeno, a seguire quella che ci conduce sino al lago del Cingino dove è situato l’omonimo bivacco del CAI di Villadossola.
La struttura, di recente costruzione e ben tenuta, offre 12 posti letto, all’esterno una fontana ci permette di fare una simil-doccia “rinfrescante “, dopo, anche se sono soltanto le 18,00 mettiamo le pentole sul fuoco. Il menù prevede pastina con olio e grana, a seguire formaggio e salamino, e per frutta : mele disidratate. Letto così può anche far sorridere ma considerando che quanto sopra era sulle nostre spalle, devo dire che è un buon compromesso fra peso e qualità, inoltre la pastina necessita una cottura minima e quindi con una bomboletta di gas si può fare più di un pasto senza problemi. Dopo cena raggiungiamo la diga, distante pochi minuti, per vedere se ci sono stambecchi, ed infatti sulla parete verticale della diga ci sono 4 esemplari che tranquillamente leccano il sale del grande muro, sembrano quasi delle figurine incollate, ma ogni tanto saltano su e giù come avessero delle ventose sotto gli zoccoli e ci fanno venire i brividi, stiamo li a guardarli sin verso le 20,00 e poi a nanna. Immagini ed un link ai filmati da mettere
20 Agosto 2012 – Lunedì :
Oggi ci aspettano una paio di passaggi impegnativi: l'attraversamento della condotta del Cingino e le Coronette di Camposecco.
Lasciamo il bivacco alle 08,00, percorriamo il muro della diga dove uno stambecco sta facendo colazione in verticale, e seguendo la paline indicatrici scendiamo sino ad un casotto dell’Enel che immette ad una conduttura che attraversa la montagna. Entriamo salendo una scaletta metallica e quando siamo pronti per proseguire all’interno del tunnel premiamo l’interruttore che fornisce illuminazione per circa un’ora, adesso siamo all’interno: lo spazio di circa 2 metri è occupato per più della metà dalla condotta dell’acqua, è alto circa 1,80/2metri ed in alcuni punti mi devo abbassare, camminiamo per buona parte su delle passerelle metalliche che ci permettono di non bagnarci i piedi perché sul fondo c’è un poca di acqua, avendolo previsto abbiamo delle pile frontali che ci aiutano a vedere meglio dove mettere i piedi. Dopo circa 20 minuti incontriamo una prima uscita sulla destra, ma non è quella giusta per noi, dobbiamo ancora proseguire per 10/15 minuti sino al termine della galleria percorrendo in totale circa 2 km prima di esser finalmente di nuovo alla luce del sole, la prima prova è andata ! ora il panorama sotto di noi ci offre la Valle Antrona e la diga di Campiccioli.
Seguiamo il sentiero verso nord-ovest, quindi risaliamo un binario dismesso
che in forte
salita
arriva al bivacco ed alla diga di
Camposecco (quota 2314 m.), in alto vediamo la seconda prova di oggi: le Coronette di Camposecco.
Dal basso sembra proprio di essere all’interno di una corona, ma man mano che ci avviciniamo vediamo che la corona ha un intaglio, procediamo attraversando la diga e sulla destra inizia un ripido sentiero, in parte su grandi rocce, lo risaliamo ed arriviamo alla base dell’intaglio per fortuna attrezzato con una catena che in alcuni punti fa veramente comodo per tirarci su, anche perché siamo un poco sbilanciati dagli zaini,comunque senza troppa difficoltà saliamo i circa 60 metri che ci separano dalla cresta e giunti in cima ci battiamo il cinque ! anche questa è fatta ! Siamo sugli spalti di un anfiteatro naturale, il panorama è allo stesso tempo suggestivo ed inquietante anche perché in cielo si stanno addensando dei grossi nuvoloni che non promettono niente di buono !
La discesa per raggiungere il Rifugio Andolla non è tecnicamente difficile, però bisogna prestare la massima attenzione perché i massi che indicano il sentiero vengono smossi dal ghiaccio che ricopre questa zona a lungo ogni anno, noi seguiamo il sentiero che toccando il Bivacco Varese (quota 2460 m.) percorre la parte alta della conca glaciale in direzione nord-est e quindi scendiamo in direzione est sino al Rifugio Andolla (quota 2061 m.) che raggiungiamo alle 15,30 saltando la pausa pranzo perché le nubi diventano sempre più minacciose ed ogni tanto ci bagnano, devo dire che non possiamo non fermarci quando sul sentiero incontriamo uno stambecco che sta li a pochi passi, non si muove e magari vuole fare qualche foto a questi strani personaggi !
21 Agosto 2012 – Martedì :
Sveglia alle 05,30 per prepararci, far colazione e lasciare il rifugio alle 06,45 salendo al Passo Andolla (2416 m.) in direzione nord, inutile dire che la vista dal passo è un’altra di quelle mozzafiato con il Pizzo Andolla, la Weissmiess, e quindi in basso dove tra breve scenderemo : la Zwischbergental (valle del Zwischbergen).
Riprendiamo il cammino in discesa sino all’Alpe di Pontimia, attraversiamo una zona di laghetti e piegando ad est saliamo l’omonimo passo, poi il Passo di Straciugo, ancora a nord sino ai Laghi di Campo affollati da un coro di pecore che sembrano i bagnanti di una spiaggia d’agosto. Non ci concediamo soste molto lunghe perché sappiamo che quella di oggi è una tappa lunga, ma il passo non può esser veloce perché siam qua per goderci queste Montagne non per una maratona ….
Poco dopo le 12,00 siamo al Rifugio Alpe il Laghetto dove inizialmente vorremmo prendere solo una bibita, ma che abbiniamo ad un minestrone, ci sono i liquidi, sali minerali, ma più importante il profumo che viene dalla cucina è molto convincente !
Dal rifugio proseguiamo verso nord sino al Lago di Oriaccia e con una dritta salita raggiungiamo il passo, adesso siamo in una zona meno bucolica caratterizzata dalle rocce verdi e rosse della Cima Verosso, un poco sulla nostra destra, ed attorno a noi la vista spazia sul Fletschorn, sul ghiacciaio del Monte Leone ed ancora sulla Weissmiess, mentre sotto di noi ci attendono dei laghetti di un blu intenso che sembra uno scenario alla Walt Disney. Anche oggi il cielo si addensa di nubi e velocemente scendiamo la giavina stronca gambe, si salta da un masso all’altro, qualcuno lo si aggira, ma il sentiero è ben segnato e senza problemi raggiungiamo prima la Bocchetta di Gattascosa e da qui raggiungiamo il Rifugio Gattascosa alle 16,30 dove un tagliere di affettati e formaggi con una birra ci aspetta per la merenda. Immagini ed un link ai filmati da mettere
22 Agosto 2012 – Mercoledì :
Anche oggi ci alziamo presto e lasciamo il Rifugio Gattascosa alle 06,30 in direzione nord sino al vicino Passo Monscera (2100 m.) da qui, su buon sentiero, scendiamo nel bosco verso ovest fino al torrente Groses Wasser (tagliando in alcuni punti una strada carrozzabile) che attraversiamo su un ponticello in legno (1300 m). Aldilà del torrente potremmo proseguire per Zwischbergen e da li sino a Furgu su uno stradello, ma noi preferiamo il sentiero che sulla mappa è evidentemente più in salita, ma pur conducendo alla stessa meta, è più breve e contrassegnato come “Stockalperweg” (direzione nord-ovest). La salita si addentra in un magnifico bosco di larici dove ogni tanto si incontrano edifici che in passato erano stati mulini, piccoli borghi o altro come spiegano i vari pannelli. Poco prima del Passo di Furgu (2000 m.) si incontrano 2/3 fontane dove facciamo rifornimento d’acqua ed una breve sosta, quindi scendiamo di nuovo su un bel sentiero a tornanti sino al paesino di Gabi (1200 m.) con scorci sulle Gole di Gondo, le cui pareti sono meta di molti alpinisti e dove da pochi anni è stata realizzata una nuova via ferrata.
Da Gabi, tenendosi sulla sinistra (del senso di marcia) del torrente Diveria percorriamo la Stockalperweg sino al paese di Simplon Dorf, e da qui dopo una sosta pranzo, continuiamo in salita sino all’ Alter Hospiz, storico ed imponente edificio costruito agli inizi del XIII secolo e poi ricostruito nel 1666 dal barone Kaspar Jodok von Stockalper dove i viandanti trovavano ospitalità gratuita. Ancora qualche centinaio di metri e siamo al Simplon Pass dove ha avuto inizio il nostro trekking ….
Nota : l’intero percorso è abbastanza impegnativo, sicuramente altrettanto appagante per l’ambiente e la natura dei luoghi attraversati, da farsi con un buon allenamento e conoscenza della Montagna; le quote raggiunte, la presenza di vicini ghiacciai possono far scendere repentinamente le temperature e quindi anche se percorso durante la stagione estiva consiglio di avere nello zaino abbigliamento adeguato anche a temperature invernali. Ho indicato alcune punti in cui abbiamo fatto rifornimenti d’acqua, ma che potrebbero non essere alimentati a seconda delle stagioni, suggerisco perciò di essere sufficientemente autonomi anche sotto questo punto di vista.
La parte finale del trekking, da Gabi a al Simplon Pass, scorre in gran parte nelle vicinanze della strada del Sempione e, a parte l’Alter Hospiz, non offre particolari suggestioni, per si potrebbe terminare il percorso a Simplon Dorf e da qui raggiungere il Simplon Pass con mezzi pubblici.
Infine un ringraziamento ai Gestori dei vari alloggi dove abbiamo sostato, tutti molto gentili e disponibili.