La Pania Verde

Non molto conosciuta, forse offuscata dalle sorelle maggiori, la “Secca” e “della Croce”, la Pania Verde ci ha regalato, in questa escursione, emozioni e visioni impensabili.

18 Ottobre 2020 – Domenica :


Vetta della Pania VerdeLa Manu ed io ci troviamo con la Cristina e Massimiliano in una pasticceria di Gallicano (LU) per il rito della “sosta bar” che di solito precede le nostre uscite, poi proseguiamo in auto verso Molazzana e ancora per la cappella di Piglionico, prima di raggiungerla, sulla nostra sinistra, troviamo uno spiazzo attrezzato con tavolini dove parcheggiamo (quota 1.093 m.).
Ci prepariamo per l’escursione, accendo il gps, ma disavvedutamente non faccio partire la registrazione della traccia, ciò fa sì che la prima parte dovrò ricostruirla successivamente ed è quella segnata in giallo che trovate qui e che insieme alla mappa topografica saranno utili strumenti per ripetere l’escursione.


Alle 09,45 circa ci incamminiamo direzione sud risalendo una via di lizza in una faggeta, che terminato il bosco ci conduce in un ampio anfiteatro di una vecchia cava (quota 1.300 m.), saliamo per la pietraia compiendo un arco verso est seguendo qualche ometto e traccia di sentiero che diventa più evidente nella parte alta rientrando nel bosco dove costeggiamo la parete rocciosa sulla nostra destra, poco dopo incontriamo una grotta (quota 1.400 m.) forse usata come riparo per gli animali. Sempre costeggiando la parete rocciosa saliamo sino a giungere ad una sella (quota 1.460 m.) dove ci si apre una vista mozzafiato: a sud sopra Fornovolasco, a sinistra sulla cresta che conduce alla Pania Verde, ma ancor di più sulla nostra destra (ovest) dove dal niente sembra sbucare una parete grigia e verticale della Pania Secca che sembra un muro o ancora meglio un grattacielo, e poi la cresta di Gialunga che da Fornovolasco si sviluppa come una lunghissima pinna sino alla cima della Pania Secca stessa !

Mentre i compagni mi aspettano alla sella, messi via i bastoncini, insieme alla Manu percorro la cresta che sale verso la Pania Secca per una cinquantina di metri, la Manu si ferma qui ed io continuo ancora per 50 metri sino ad una seconda cima della Pania Verde, sono in cima all’anfiteatro roccioso risalito poco prima e circa 400 metri nel vuoto mi separano dalla vetta della Pania Secca: vista mozzafiato !.Antecima

Cresta di Gialunga
Dopo qualche minuto faccio dietrofront e con cautela scendo di nuovo alla sella, e tutti insieme, aiutandoci in qualche punto con le mani, senza peraltro incontrare grosse difficoltà, raggiungiamo la Pania Verde (quota 1.499 m - ore 11,40).
Dopo essermi tolto lo zaino mi perdo guardandomi attorno, osservando con calma la Pania e la cresta di Gialunga (che forse un giorno faremo ma penso con l’aiuto di una guida perché a giudicarla da qui non mi sembra alla mia portata!), le altre cime più distanti delle Apuane e degli Appennini, le vallate della Garfagnana …

Intanto giungono salendo dalla cresta sud-est (che noi percorreremo al ritorno) quattro soci del CAI di Viareggio con cui facciamo un poco di conversazione circa i sentieri appena percorsi e scambiandoci idee per altre escursioni.
Poco dopo le 12,00 iniziamo la discesa percorrendo la cresta sud-est valutando la miglior via ora sul crinale ora a destra o a sinistra dello stesso, in alcuni tratti disarrampicando.
Man mano che perdiamo quota compaiono nuovi scenari come l’arco del Monte Forato, poi, alle 13,00, arriviamo ad una selletta a quota 1.240 dove inizia la vegetazione ed un segno su una roccia non molto visibile indica il sentiero verso nord-est.
Facciamo una breve sosta e poi ci rimettiamo in cammino quasi in piano, su facile sentiero, per circa 700 metri, quindi la traccia gira a nord-ovest ed in discesa per circa un kilometro ci conduce alle auto dove arriviamo alle 14,15. Pania Verde


Note: Come ho scritto nell’introduzione, vale veramente la pena di fare questa escursione ponendo attenzione soprattutto al tratto in discesa di cresta sud-est, a meno che non si decida di fare l’escursione in senso contrario da quello descritto e che tra l’altro anch’io mi propongo di fare.
Nessuna possibilità di poter fare rifornimenti di acqua lungo il percorso che consiglio di fare evitando i mesi caldi.
Molto utile la traccia gps, raccomando calzature e abbigliamento adatto insieme ad un buon allenamento ed una certa esperienza.

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