Per me e la Manu si tratta del nostro primo 4000 senza l'aiuto di una Guida Alpina, ma in compagnia di Marina e Simone, entrambi con ottime capacità alpinistiche e che già hanno effettuato questa salita con cui ci incontriamo verso le 11,00 presso il parcheggio gratuito dove termina la strada per la Valsavarenche (Val d'Aosta),località Ponte a quota 1956 metri.
Nei giorni precedenti, per abituarci alla quota, abbiamo fatto la salita alla Punta d'Arbola (3234 m) trascorrendo un paio di giorni sui 3000 metri.
Qui di seguito alcuni strumenti per chi volesse ripetere la nostra esperienza, oltre alla mappa topografica interattiva qui a fianco, la traccia gps, il profilo altimetrico del primo giorno e del secondo giorno .
Martedì 14 Agosto 2018 : Lasciato il parcheggio ed attraversato il torrente Savara lo costeggiamo sulla destra orografica in direzione sud, poi, dopo circa 1 km, subito dopo il Rifugio Tetras Lyre, il sentiero si innalza con ampi tornanti.
La giornata è molto bella ed anche per domani le previsioni sono ottime, la nostra meta per oggi è il Rifugio Vittorio Emanuele II a quota 2735 per cui non abbiamo fretta e ci godiamo la salita, invece Simone preferisce allungare il passo e ci lascia indietro.
Siamo in ambiente alpino, man mano che saliamo perdiamo le piante di alto fusto e un torrente spumeggiante fiancheggia il sentiero abbastanza frequentato.
Dopo un po' Marina accusa qualche disturbo alla testa e allo stomaco, quasi sicuramente la quota si fa sentire, d'altra parte sono partiti da casa, più o meno al livello del mare, solo da pochi giorni ...
Alle 14,00 scorgiamo il rifugio, un centinaio di metri più in alto, una struttura particolare : la parte inferiore è costituita da un basamento in pietra di un paio di metri, mentre la parte superiore è rivestita da alluminio (?) , il tetto è stondato come una "U" rovesciata con numerosi abbaini, questo almeno per la struttura più recente, mentre l'edificio originale, un poco più in alto, è tutto in muratura e pietra, mentre quello in cui dormiremo noi è costituito da una serie di casotti, esternamente rivestiti in legno e all'interno in lamiera, ognuno dei quali ospita 9 posti letto su letti a castello (un poco bruttini !).
Dopo aver preso posto delle nostre brande, e fatta merenda, andiamo in ricognizione in modo di avere un'idea del sentiero che percorreremo domani quando ci incammineremo al buio, ovviamente attorno al rifugio ci sono numerose tracce, quello che vogliamo fare è memorizzare qualche caratteristica del terreno che ci permetta di ricordare il sentiero giusto, qualche masso un poco più grande, il punto dove guadare un torrente ...
Ben presto facciamo cena, niente male, siamo in compagnia di un gruppo di ragazzi (spagnoli ?) che sono saliti in vetta oggi e ci scambiamo pareri su quanto ci aspetta domani e idee per future salite, poi a letto presto.
Mercoledì 15 Agosto : La sveglia suona alle 03,30 per fortuna siamo riusciti a dormire un poco, eccetto Marina che non ha passato bene le poche ore di riposo.
Gli zaini sono già pronti con tutto il necessario che ci occorre mentre il resto lo lasciamo nelle brande.
Colazione alle 04,00 ed alle 04,30 ci incamminiamo alla luce delle frontali sul sentiero che inizia subito dietro il rifugio segnalato da ometti in pietra in direzione nord-est, inizialmente un po' di saliscendi sulla morena quindi sale su una lunga dorsale che a circa 2880 metri di quota piega ancora di più verso est.
Siamo in tanti a formare una colonna che, come un bruco, si snoda nel buio, cerco di mantenere un passo a me congeniale, non troppo lento ma neppure troppo affrettato, soprattutto all'inizio devo regolare la respirazione.
Al termine della dorsale affrontiamo un tratto in cui dobbiamo aiutarci con le mani, poi di nuovo sul sentiero. Pian piano la luce del giorno rischiara la vista, e contemporaneamente, la temperatura scende.
Alle 06,40 circa siamo a quota 3300 dove inizia il ghiacciaio per cui indossiamo imbraco e ramponi, non ci leghiamo in cordata perchè dobbiamo fare un tratto privo di pericoli e poi siamo nuovamente su roccia.
Togliamo quindi i ramponi e risaliamo una cresta che diventa sempre un poco più impervia sino ad incontrare una divertente via ferrata che ci permetterà anche di guadagnare quota velocemente.
Mentre la percorriamo ogni tanto diamo uno sguardo in basso sul ghiacciaio sulla nostra sinistra per osservare altri alpinisti che lo stanno risalendo.
Quando mettiamo piedi di nuovo sul ghiacciaio, calziamo di nuovo i ramponi e ci leghiamo in cordata : io con la Manu e Simone con Marina, un sorso di the' caldo e si parte. La pendenza non è eccessiva, la giornata è stupenda, Marina soffre sia per la quota sia per il fatto di non aver riposato bene, ma non si arrende.
Giunti a quota 3650 ci dirigiamo verso est per aggirare un dosso sulla nostra sinistra e raggiungiamo un breve pianoro a quota 3800 che immette sulla "Schiena d'Asino" l'ultimo strappo che dovremo affrontare per giungere in vetta, dove ci fermiamo per bere e riprendere fiato, Marina decide di fermarsi qui ad aspettarci, (molto probabilmente io mi sarei già arreso !), intanto osserviamo altri alpinisti sulla salita finale, altri che scendono, infine sopraggiunge un ragazzo in maglietta, pantaloncini corti e scarpe da corsa con dei ramponi "volanti", ognuno fa le sue scelte !
Ripartiamo con Simone che ci precede da solo, io e la Manu lo seguiamo in cordata anche se presto lo perdiamo non tenendo il suo ritmo.
Ogni nome ha un suo perchè, ed anche la "Schiena d'Asino" ha ovviamente il suo significato : sale dritta ! e si fa sentire ... comunque alle 10,40 siamo a quota 3940 dove dobbiamo attraversare un crepaccio, per fortuna abbastanza chiuso, che ci separa da un tratto roccioso finale, qui Simone, che in vetta c'è già stato in precedenza, torna giù per far compagnia a Marina mentre noi alle 11,00 arriviamo sino a pochi metri sotto la statua della Madonna posta sulla vetta (quota 4061) perchè il sovraffollamento non permmette di arrivare più alto! ci concediamo solo qualche minuto per osservare il panorama ed iniziamo la discesa sino a ricongiungerci con gli altri.
Facciamo a ritroso lo stesso percorso ed apprezziamo la parte fatta al buio nelle prime ore della notte.
Alle 15,30 siamo di nuovo al Rifugio Vittorio Emanuele II , Marina sta abbastanza bene, ci concediamo una sosta per una merenda e poi giù sino al parcheggio.
Note : Giungere sino al Rifugio Vittorio Emanuele II è una escursione che non presenta difficoltà tecniche e che permette di godere di un bellissimo ambiente, chiaramente per la quota raggiunta da consigliare ad escursionisti allenati/acclimatati, la salita alla vetta molto probabilmente è una delle più semplici dei 4000 delle Alpi, ma da non sottovalutare, occorre comunque esperienza per affrontare il ghiacciaio ed attrezzatura adatta.
Per coloro che non hanno mai fatto una esperienza su un ghiacciaio credo sia una buona opportunità da fare con una Guida Alpina.