21 Settembre 2019 - Sabato: Dopo esserci conosciuti su Wikiloc (sito di condivisione di tracce gps) oggi finalmente ci siamo incontrati dal vero, parlo di Lorenzo e sua moglie Sara.
Se date un'occhiata alle numerose escursioni sulle Alpi Apuane pubblicate da Lorenzo sul sito di cui sopra e dal modo in cui le descrive vi renderete conto che le conosce quasi palmo a palmo, nonostante ciò la sua voglia di "esplorazione" non si placa !
Quindi, quando ci propone di fare una escursione attorno al Monte Castagnolo sull'omonima cengia di cui non ci sono né notizie sul web, né tantomeno sulle mappe topografiche, siamo ben contenti.
Il programma sarebbe di salire sul Monte Castagnolo, sulle Alpi Apuane, partendo da Forno (MS), quindi percorrendo una cengia che dovrebbe aggirarlo sul versante est raggiungere il sentiero CAI 161 nei pressi della Cima della Croce e tornare alle auto facendo un anello come si può vedere sulla mappa topografica "A" (la traccia azzurra indica il percorso fatto e quella in giallo quello che che ci avrebbe consentito di terminare l'anello) invece è andata un poco diversamente dal previsto, cliccando sulla mappa topografica "B" si vede il percorso realmente fatto, ma veniamo al racconto non prima di avervi dato la traccia gps, profilo altimetrico e mappa 3d.
Parcheggiate le auto nei pressi della filanda di Forno (quota 340 m.) alle 08,30 iniziamo a percorrere il sentiero CAI 154 che imbocchiamo proprio presso il cotonificio, un bel sentiero in leggera salita che prima attraversa una zona di orti e coltivazioni in direzione est, poi attraversato il torrente Frigido con un ponticello piega a sud verso il Monte Cipolla tra pini, querce e qualche castagno e dopo circa 45 minuti siamo al Pizzo della Bandiera a 470 m. di quota, una sporgenza rocciosa a perpendicolo su Forno da cui si gode un bel panorama.
Dopo una pausa riprendiamo il cammino e poco dopo siamo in località Pian dei Santi dove ci sono i resti di alcune abitazioni probabilmente usate da coloro che lavoravano nella vicina cava di onice.
Un cartello spiega che siamo in un'area frequentata sporadicamente già in epoca neolitica, poi dagli etruschi, i romani, quindi nel medioevo gli insediamenti divennero stabili e si svilupparono intorno ai luoghi di estrazione del ferro, del marmo ed altre pietre.
Il sentiero piega verso est e dopo circa 500 metri siamo alla cava di onice, si tratta di una grotta a cui si accede in discesa, accendiamo le frontali ed iniziamo a scendere mentre la Manu, a cui i luoghi troppi chiusi non piacciono, ci attende all'esterno.
Il terreno è un poco franoso ma non particolarmente difficoltoso, dopo circa 30/40 metri ed alcune svolte diventa pianeggiate e con una galleria sbuchiamo un poco più avanti dall'entrata. In realtà la pietra estratta non è onice bensì un calcare del colore simile ma di valore molto inferiore.
Dopo "l'esplorazione" della grotta riprendiamo il cammino in alcuni tratti costeggiando terrazzamenti, in altri su breve lizza, sin quando, dopo aver percorso poco meno di 2 km incontriamo sulla nostra destra il sentiero CAI 161 (quota 780 m.) che proviene da Resceto, noi proseguiamo salendo sulla sinistra. Adesso la pendenza aumenta un pochino, qualche tornante, quindi a 890 metri di quota tralasciamo la deviazione per la cengia e proseguiamo sulla sinistra verso la vetta dove arriviamo alle 12,30.
Anche se la quota è modesta (1.011 m.) il Castagnolo gode di un'ottima posizione con un ampio panorama che va dalla Versilia alla costiera ligure, al Monte Sagro, il Contrario, il Cavallo,
l'Alto di Sella, la Tambura solcata dallo zig zag della via Vandelli ...
Intanto mentre mangiamo si fanno progetti futuri !
Sono le 13,00 quando ci rimettiamo in cammino per tornare al bivio di poco fa' e da qui cercare la Cengia del Castagnolo, inizialmente troviamo una traccia che però poco dopo scompare, noi tendiamo a scendere un pò troppo, in realtà bisogna tenersi quanto più in alto possibile sino a giungere ai ruderi di un ricovero (per le capre ?) da qui individuiamo di nuovo la traccia tra felci e rovi, cosa comunque non facile perchè anche se la zona è stata vittima di un incendio il sentiero è molto labile, ci affidiamo al buon senso e ci teniamo a ridosso della parete che costeggia il Castagnolo sulla nostra sinistra anche perchè sulla destra man mano che procediamo il terreno scende a valle in maniera verticale.
Abbiamo percorso circa 180 metri dal rudere, la traccia è diventata una cengia che girando verso nord costeggia il monte, presso una sporgenza troviamo un cavetto metallico che aiuta nella progressione, procedo per primo per vedere se la cosa è fattibile o meno: si va avanti !
La cengia è veramente esile e sulla nostra destra c’è un bello strapiombo, al termine del cavetto si allarga un poco, ora dobbiamo passare un grosso masso sulla sinistra che ostruisce il passaggio, ancora un tratto da percorrere a carponi poi la cengia finisce su una zona più ampia.
A questo punto dovremmo fiancheggiare ancora la parete rocciosa del Castagnolo sulla nostra sinistra sino a trovare un punto in cui poter risalire verso ovest per trovare l’innesto con il sentiero CAI 161 verso Cima della Croce, ma un unico barlume di traccia ci spinge invece dentro un canale asciutto in discesa verso est.
Sono le 15,00 e siamo a circa 840 metri di quota quando iniziamo la discesa; più volte cerchiamo ancora una via che ci porti in direzione di Cima della Croce, ma non ci sembra fattibile, per cui siamo costretti a scendere invece che salire.
Il terreno scosceso e umido è abbastanza difficoltoso, sappiamo che procedendo in direzione est ci congiungeremo con un sentiero che porta a Resceto ma quando (quota 700 m.) arriviamo ad un salto del canale troppo verticale e la prosecuzione lungo i bordi diventa sempre più difficile lo abbandoniamo e giriamo verso sud (nostra destra), poi dopo aver percorso un tratto tra rovi e comunque esposto raggiungiamo una zona più facilmente percorribile, quindi a quota 620, sempre fuori sentiero, ma su terreno più facile, facciamo ancora 300 metri verso sud per sbucare sul CAI 161 alle 17,00.
Sara e la Manu proseguono scendendo a Resceto, mentre Lorenzo ed io, risaliamo verso il Monte Castagnolo sino al bivio per la cengia e da qui sul sentiero di questa mattina torniamo a Forno per recuperare le auto dove arriviamo poco prima delle 19,00.
Note: avventurosa e molto bella escursione sia per i panorami che i luoghi visitati, inutile dire che ci vuole una buona esperienza ed allenamento, nonché mappa topografica ed utilissimo è stato il gps, già prevedo di ripeterla anche perché Lorenzo nel frattempo ha trovato il sentiero che consente di effettuarla così come avevamo preventivato...