Avevamo sentito parlare del sentiero dei Groppi di Camporaghena come un sentiero attrezzato piuttosto esposto, praticamente un percorso su una cresta affilata dell'Appennino Tosco Emiliano e visto che avevamo già qualche esperienza in ferrata eravamo interessati alla cosa e così in un week end di fine luglio, io e la Manu, ci siamo decisi …. (aggiornato al 28 giugno 2014)
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Info mappa : altimetria 1° giorno - altimetria 2° giorno - mappa 3d - traccia gps
28 luglio 2012 : in auto raggiungiamo il Passo del Cerreto (quota 1245) sull’Appennino Tosco-Emiliano, dove parcheggiamo presso un ristorante, gentilmente il gestore ci fa spostare l’auto in un parcheggio un poco meno visibile in previsione della clientela della domenica e ci da qualche consiglio per raggiungere il rifugio Città di Sarzana attraverso i Groppi.
Appena dietro il ristorante imbocchiamo il sentiero “00” in direzione nord-ovest , tralasciando gli abbondanti lamponi e mirtilli perché non vogliamo perdere tempo che potrebbe rivelarsi prezioso, dopo circa 30 minuti raggiungiamo il Passo dell’Ospedalaccio proseguendo sullo “00” che adesso acquista notevole pendenza, fino a giungere alla quota di 1775 m. dove riprendiamo fiato.
Adesso il sentiero diventa abbastanza esposto, dobbiamo superare qualche roccetta aiutandoci con le mani e proseguire su un placca in aderenza fino a raggiungere la vetta del Monte Alto (quota 1904) da qui, mentre facciamo la sosta pranzo ammiriamo il maestoso panorama su Appennini e Alpi Apuane e sulla vicina Alpe di Succiso che potremmo raggiungere deviando a destra sul sentiero “673”.
Dopo la breve sosta riprendiamo il cammino sempre sul sentiero “00”, direzione nord-ovest, e dopo poco ha inizio il sentiero attrezzato che ad esser sinceri, con l’ausilio del set da ferrata, si rivela molto più semplice del precedente.
Percorriamo con vari saliscendi tutta la cresta dove la vista può spaziare all'infinito, sino alla Punta del Buffanaro (quota 1872) e ne scendiamo la sella incrociando il sentiero 675a che tralasciamo (e che scendendo direzione nord-est ci condurrebbe al rifugio in maniera più breve) per continuare sulla cresta attrezzata fino ad incontrare (quota 1780) un cippo in pietra che nel XIX secolo delimitava i confini, qui togliamo l’imbracatura perché il percorso diviene semplice e largo sino alla sella del Monte Acuto (altro bel cippo), da cui in 10 minuti scendiamo al rifugio su sentiero 657.
(Altre immagini del tratto attrezzato fatte in occasione dell'escursione del 28 giugno 2014 con gli amici del Gruppo Trekking Lastra a Signa).
Il rifugio Città di Sarzana (quota 1585) è un’accogliente struttura in legno sulla riva del lago Monte Acuto, con all’esterno giochi per i bimbi tra cui si nota una casetta in legno, corde per salire sugli alberi ed amache per riposarsi e così ci rilassiamo un paio di ore.
Con il tramonto l’aria si fa fresca e la cena è un buon motivo per entrare all’interno.
Ottimo il cibo !
Qui trovate il link al rifugio dove trovate tutte le informazioni necessarie, mentre qui un link alle torte !
29 luglio 2012: fatta colazione, ci mettiamo in cammino verso le 09,00 scendendo su sentiero 679 in direzione sud-est sino alla zona chiamata “I ghiaccioni” dove pascolano diversi cavalli, da qui risaliamo l’austera conca di origine glaciale sino al Passo di Pietra Tagliata (quota 1752), il cielo è nuvoloso ed il vento soffia forte, così, giunti al passo non ci resta che indossare le giacche a vento (sempre presenti nei nostri zaini anche nei mesi caldi).
Dopo una breve sosta per ammirare il percorso appena fatto e le creste di ieri, continuiamo la salita verso l’Alpe di Succiso, che inizia con un breve tratto esposto sulla destra (in alternativa si può salire uno sperone roccioso con l’ausilio di una cavo metallico) poi il percorso diviene facile e molto panoramico sino alla cima (quota 2010), dove ci fermiamo giusto il tempo per rivedere il panorama attorno e renderci conto che se non avessimo fatto i Groppi di Camporaghena ieri, oggi a causa del forte vento sarebbe stato complicato !
Percorriamo la cresta sino a giungere alla sella del Monte Casarola dove il sentiero “667” incontra il “675” che prendiamo per scendere verso sud, e dopo circa 150 metri di dislivello ormai al riparo dal vento, ci togliamo le giacche a vento e facciamo la sosta per il pranzo.
Continuando in discesa in breve giungiamo alle sorgenti del Secchia e sul “671”, prima incrociamo lo “00”, poi ripercorrendo lo stesso tratto iniziale di ieri, giungiamo al Passo dell’Ospedalaccio e quindi al Passo del Cerreto dove abbiamo l’auto.
Note: il sentiero attrezzato, anche se non di particolare difficoltà, non deve essere sottovalutato e percorso con la massima attenzione ed indossando il kit da ferrata; come nella relazione, è bene avere nello zaino un abbigliamento per qualsiasi situazione metereologica perchè in Montagna si possono verificare repentini cambiamenti che possono trasformare una bella escursione in una situazione di pericolo.