Monte Altissimo per il sentiero CAI 32


monte altissimo

Grazie al lavoro della sezione CAI di Pisa, nel 2013 è stato aperto il sentiero CAI 32 sul Monte Altissimo sul versante che guarda la Versilia, ripristinando, consolidando e attrezzando antichi sentieri e vie di lizza (sentieri spesso quasi verticali attrezzati in modo tale che si potessero calare enormi blocchi di marmo utilizzando soltanto corde e cunei di legno) percorse da circa 500 anni da coloro che estraggono il marmo dalle numerose cave di queste montagne.


Qui di seguito alcuni utili strumenti per coloro che volessero rivivere quanto descritto :
una mappa topografica - il profilo altimetrico - e la traccia gps .


2 Giugno 2019 : Insieme agli amici del Gruppo Trekking Lastra a Signa, percorriamo la strada che da Seravezza (LU) si dirige alla frazione di Azzano e poco dopo le 08,00 parcheggiamo le auto in un piccolo spazio sulla sinistra (quota 432 m.) presso una sbarra sulla strada marmifera che conduce alle cave del Monte Altissimo qui calzati gli scarponi ci mettiamo in cammino verso nord, dopo circa 700 m. incontriamo una casa sulla sinistra, molto probabilmente ad uso del personale delle cave, percorsi altri 500 metri sulla destra nei pressi di una cappella lasciamo la marmifera ed iniziamo a percorrere il sentiero 32 che, in direzione ovest, per sfasciumi scende nel greto del torrente Serra e lo attraversa, siamo presso la sorgente La Polla, una targa in pietra ricorda che nel 150° anno della fondazione del CAI la sezione di Pisa ha provveduto al ripristino di questi sentieri, e consiglia l'uso del casco.


 

via di lizza "la fanfani"

 

Il sentiero che percorriamo adesso ("la Fanfani)era una via marmifera che negli anni '50 fu in parte ristrutturata per rimboschire questa zona, il nome è dovuto ad Amintore Fanfani promotore dell'opera e a quel tempo Presidente del Consiglio, qualche anno fa era stato interrotto da una grossa frana, ancora visibile sulla montagna sopra di noi, ne è venuto giù una bella porzione lasciando la parete di un colore giallastro per cui senza correre ma neppure esitando percorriamo questo tratto in maniera rapida, siamo all'ombra  e la pendenza è minima, ma per fare le foto alla frana ci portiamo in punto più sicuro ... La Fanfani


Man mano che procediamo la marmifera è sempre meno evidente e diventa sentiero, dopo aver percorso circa altri 2 km (quota 770 m. circa) volta verso nord e si inerpica in maniera decisa uscendo dalla vegetazione, anche se spesso qualche bel fiore selvaggio attira la vista.
Nella parte finale una cavo metallico ci aiuta a raggiungere un'altra marmifera che verso sinistra conduce al Passo della Greppia (quota 1.070 m. - ore 10,40) mentre noi proseguiamo verso destra per circa 350 metri sino ad incontrare l'imbocco di una galleria. Sino alla galleria

 

 


Via di lizza

 

 

Sulla mappa e sulla traccia gps ho indicato questo punto come "ravaneto" perchè sulla marmifera scaricano sassi, è qui che la abbandoniamo senza attraversare la galleria e risaliamo il pendio sulla nostra sinistra per alcuni metri (dopo aver indossato il casco) e proseguiamo comunque in direzione est quasi in piano, per un bel tratto attrezzato con cavo metallico, sino ad arrivare alla cava della Tela (quota 1.200 m. - ore 11,40).

 


Mentre attraversiamo l'anfiteatro della cava, e guardiamo dove mettiamo i piedi dato che siamo in una zona di massi rotti e frane, non ricordo chi di noi grida in maniera concitata perchè "piovono" sassi, io mi volto sulla sinistra e ne vedo volare davanti a me e dietro, praticamente resto immobile,  Antonio si ripara dietro un masso, Piero e la Manu forse sono meno in traiettoria, Maurizio e Maurizio corrono veloci, ma uno di loro mette male un piede sui sassi e si storta un poco una caviglia, per fortuna ho con me il ghiaccio spray che neutralizzerà il fastidio per tutto il resto dell'escursione, comunque in un modo o nell'altro "la scampiamo" ... probabilmente la scarica è dovuta ad un gruppo di capre sopra di noi che avevo individuato anche durante l'escursione del 2015 in questo stesso posto, si vede che si trovano bene ... Cava della Tela

 


Ripresi dal pericolo sventato, proseguiamo sul sentiero che si impenna in un canale ombreggiato, anche qui un cavetto ci aiuta nella salita, dobbiamo fare attenzione perchè procediamo a zig-zag e quindi chi precede è sopra le teste di chi segue e dato che non abbiamo preso in testa nessun sasso sino ad ora vogliamo evitarlo anche adesso.
Man mano che saliamo vediamo a distanza che il gruppo di capre è piuttosto numeroso e che quasi sicuramente sono state loro la causa della "pioggia" di poco fa ...Alle 12,40 giungiamo al termine del canalone a quota 1.450 m. alla Foce all'Onda dove incrocia il sentiero CAI 143. Mentre facciamo una breve sosta per mangiare e bere guardiamo il tratto finale che ci porterà alla croce dell'Altissimo ed ai nostri piedi una delle numerose trincee usate durante la seconda guerra mondiale in questo tratto della linea Gotica; sulla nostra sinistra, in basso, la costa della Versilia sino alla Liguria. Foce all'Onda


Panorama sulla Tambura

 

Dopo la breve pausa ci rimettiamo in cammino per percorrere i circa 600 metri che ci separano dalla vetta, dove arriviamo alle 13,15 (quota 1.589 m.) e mentre facciamo la sosta pranzo ammiriamo con calma il panorama attorno: a nord in primo piano l'alto di Sella ed il Monte Tambura, a est il Freddone, Il Corchia, il Pizzo delle Saette, le Panie, a ovest tutta la costa dalla Liguria alla Versilia con le isole al largo ... e sempre a ovest, in primo piano la cresta che conduce al Monte Folgorito di cui ne percorreremo una parte tra poco.

 


Alle 14,00 cominciamo la discesa lungo la cresta che conduce al Passo degli Uncini, stavolta è dietro di noi il panorama con la parete sud-ovest dell'Altissimo a stagliarsi netta, e per ammirarla ci fermiamo più volte perchè non è il caso di mettere male un piede.
Il sentiero percorre la cresta ed in certi punti la abbandona e scende a nord verso valle, compie un breve arco che ci conduce al Passo dove arriviamo in circa 45' (quota 1.366 m.), una sosta ancora per una foto di gruppo con l'Altissimo sullo sfondo, poi percorriamo ancora circa 200 metri sempre sul CAI 33 in direzione del Passo della Greppia che abbandoniamo quando incrociamo sulla nostra sinistra (quota 1.340 m. circa) il sentiero che in forte discesa, in parte su roccia, in parte su paleo (massima attenzione !), ci conduce all'incrocio con la marmifera che abbiamo percorso questa mattina (quota 1.110 m. circa- ore 16,00).

Proseguiamo in direzione sud-est per circa 600 metri sin quando incrociamo la bianca strada di cava che ci condurrà dopo circa 3,5 km di nuovo alla cappella di questa mattina.
Quando, poco prima delle 18,00, arriviamo alle auto siamo abbastanza provati soprattutto per l'ultimo tratto sulla strada di cava, con il bianco del marmo e la luce del sole, ma indubbiamente ne valeva la pena. Verso la vetta e la discesa


Note: La traccia gps di cui si può fare il download è quella della stessa escursione fatta nel 2015, più precisa di quella rilevata durante l'escursione descritta, gli orari indicati nel racconto fanno riferimento a quella del 2019.
Si tratta di un percorso impegnativo sotto tutti i punti di vista, riservato ad escursionisti esperti e con un buon allenamento, da evitarsi nei mesi più caldi, non si trovano fonti d'acqua durante il percorso, tranne proprio all'inizio.
Fondamentale una mappa topografica, se possibile anche il gps con cui sfruttare la traccia qui allegata, nonché l'uso del casco.


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